Il prezzo unico dovrebbe scomparire per far posto a un prezzo territoriale legato maggiormente all’efficienza e alle dotazioni dei mercati locali. La novità servirà per dissodare la politica dei veti locali alle nuove infrastrutture energetiche, che tra l’altro sono un elemento fondamentale del nuovo piano del governo.
In base alle novità contenute nella terza bozza riservata del documento sulla “Consultazione pubblica sulla nuova strategia energetica nazionale”, l’Italia dovrà diventare l’hub europeo del gas . Intanto, ci si aspetta di raddoppiare le estrazioni di petrolio e metano, rivedendo la stretta di due anni fa che ha portato da 5 a 12 miglia dalla costa l’area di divieto delle esplorazioni ed estrazioni di idrocarburi.
L’obiettivo, o forse al momento è meglio chiamarlo sogno, è quello di eliminare il gap competitivo con il resto dell’Europa. Entro il 2020 i prezzi finali dell’energia, ma anche dei carburanti, dovranno essere allineati a quelli degli altri paesi continentali tagliando l’attuale fattura energetica a 14 miliardi di euro dagli attuali 62 miliardi. Ci si aspettano maggiori investimenti nelle energie rinnovabili, con un incremento del 23% della loro incidenza sui consumi primari rispetto all’11% del 2010. L’obiettivo è far diventare le energie rinnovabili la prima fonte energetica al posto del gas.