Oggi chi affitta una casa con un contratto libero “4+4” paga l’Irpef (con aliquote variabili dal 23% al 43%) sull’85% del canone pattuito, piuttosto che sul 100%. La riduzione considera le spese sostenute dal proprietario, come la manutenzione dell’immobile. Ora chi sceglie la cedolare secca paga l’aliquota del 21% sul 100% del canone, non paga le addizionali comunali e regionali Irpef, l’imposta di registro, né il bollo, ma deve rinunciare ad aggiornare il canone all’indice Istat.
► MODELLO 730 PER DICHIARAZIONE REDDITI 2011
Questo vuol dire che siamo al 3,2% su base annua, secondo quanto rilevato a marzo. Praticamente con il taglio della deduzione Irpef al 5%, soltanto alle persone fisiche con i redditi più bassi sarà conveniente non passare alla “tassa piatta”. Infatti, considerando tutte le variabili in gioco, la cedolare risulta vantaggiosa per tutta la durata dl contratto solo a partire dal terzo scaglione Irperf, cioè i redditi annui superiori a 28.000 euro.