A fine 2012 risulta che ben 1,2 milioni di famiglie italiane sono sovraindebitate. La stima è stata fatta dall’economista Carlo Milani dell’associazione ProSeguo, mentre le rilevazioni di Bankitalia sono meno severe. Tuttavia, con la crisi economica che continua a mordere risparmi e redditi, i conti delle famiglie sono sempre più in rosso. Così si è costretti a ricorrere ai debiti, con pagamenti a rate diluiti nel tempo per acquistare beni e servizi di ogni tipo. Il sovraindebitamento è quella condizione economico-finanziaria che non consente di riuscire a far fronte ai propri obblighi.
Secondo le ultime statistiche della Banca d’Italia, il 90% delle famiglie sovraidebitate possiede un reddito medio-basso. Nella Finanziaria 2013 è stata modificata la definizione di sovraindebitamento. Questa condizione viene definita come un perdurante squilibrio tra obbligazioni assunte e patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte. E’ la definitiva incapacità del debitore di adempiere alle proprie obbligazioni.
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Secondo l’economista Carlo Milani, oggi le famiglie sovraindebitate sono circa 1,2 milioni, ma nel 2000 erano appena 190mila. La stima di Milani è molto diversa da quella di Bankitalia, ma l’esperto spiega che la sua definizione di sovraindebitamento è stata presa direttamente dalla letteratura tedesca. Si considerano due vincoli: il patrimonio che la famiglia può vendere in tempi brevi per pagare i debiti; il rapporto tra debito, patrimonio e reddito.
Per queste famiglie sovraindebitate ora c’è uno spiraglio di luce, una soluzione che arriva direttamente da alcuni istituti previsti dalla legge. Agli inizi del 2012 è stata introdotta una procedura di “esdebitazione” dei soggetti sovraindebitati, a patto che siano rispettate certe condizioni e fatta salva la buona fede del debitore. Si concede la possibilità di uscire dai debiti ed essere rimessi “in bonis”. Per la sua piena applicabilità è atteso un decreto del nuovo governo Letta.