E’ chiaro che finora non si è al cospetto di un campione molto rappresentativo, in quanto finora soltanto 28 capoluoghi di provincia hanno un orientamento preciso sui fabbricati produttivi. L’aliquota media si attesta al momento intorno allo 0,87%. Rispetto a qualche mese fa, quando si prospettava un aumento secco in media dello 0,64% rispetto alla vecchia Ici, la realtà dei fatti sembra essere addirittura peggiore del previsto.
► CALCOLO IMU SECONDA ABITAZIONE
Questo perché l’anticipo dell’Imu è stato accompagnato dall’incremento dei coefficienti di rivalutazione, che sono aumentati del 20% per gli immobili del gruppo catastale D (capannoni e simili) e del 60% per gli altri (uffici e negozi in primis). Inoltre, i comuni tenderanno a portare l’aliquota base anche sopra lo 0,76% di partenza.
► COME CALCOLARE L’IMU IN TRE PASSI
Gli sconti non sono certo vietati. Infatti, l’art. 13 del Dl 201/2011 permette di ridurre fino allo 0,4% l’aliquota sugli immobili relativi a imprese commerciali e sui beni strumentali per l’esercizio di arti e professioni, oltre che su quelli affittati e su quelli posseduti dai soggetti passivi Ires (cioè Spa e Srl). Tuttavia, le difficoltà finanziarie dei comuni dovrebbero far propendere gli amministratori locali a scegliere sempre la strada dell’aumento.