Quali bond italiani scegliere per battere l’inflazione

Oggi il contesto tipico che si presenta dinanzi ai risparmiatori italiani è quello tipico della stagflazione, ovvero scarsa crescita (in realtà l’Italia è in profonda recessione) e elevata inflazione (la rilevazione di giugno è pari al 3,3%). In una fase del genere non è semplice ponderare accuratamente le scelte in tema di investimenti massimizzando il rapporto rischio/rendimento. Oggi, volendo evitare l’asset class azionaria, che si trova in uno dei periodi più volatili della storia dei mercati finanziari, gli strumenti più adatti per battere l’inflazione sono i bond governativi e i conti deposito.

L’accentuarsi della crisi dei debiti sovrani ha messo pesantemente sotto pressione i titoli di stato della periferia europea, in particolare quelli dell’Italia e della Spagna. Le vendite dei grandi investitori istituzionali hanno portato le quotazioni di molti Btp a livelli al dir poco interessanti, anche se resta elevata la componente speculativa. Nella top ten dei Btp ad alto rendimento troviamo soprattutto quelli legati all’inflazione europea (Btp€i) e all’inflazione italiana (Btp Italia).

I Btp€i sono stati molto penalizzati dal recente downgrade di Moody’s, in quanto il nuovo rating “Baa2” ha fatto uscire questa tipologia di titoli dall’indice benchmark di Barclays. Il rendimento netto del Btp€i scadenza settembre 2026 è volato al 7,2%, mentre è leggermente inferiore quello con scadenza 2023 (7,15%).

Secondo Angelo Drusiani di Albertini Syz, “occorre evitare di avere un portafoglio monodebitore, viste le turbolenze che stiamo attraversando. E’ opportuno non superare, ad esempio, il 25% della propria asset allocation in titoli di stato italiani”. Insomma, meglio non farsi sedurre dal fascino dei bassi prezzi. Interessanti anche i Btp Italia: la scadenza marzo 2016 rende il 6,75% netto, mentre quella giugno 2016 viaggia su un rendimento del 6,53%.

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