Il denaro di chi versa volontariamente i contributi previdenziali vengono investiti sui mercati con diversi gradi di rischio, in forma di risparmio gestito o con polizze Vita rivalutabili collegate a gestioni separate. I costi sono molto bassi. I fondi pensione si valutano nel lungo periodo, per cui è necessario adeguare il rischio alle propri esigenze. Infatti, possono esserci anche anni negativi, come capitato nell’annus horribilis del 2008 quando la perdita media dei fondi negoziali è stata pari al 6,3% (nel 2009 la performance fu positiva dell’8,5%).
Il comparto più indicato per i giovani è quello più rischioso, in quanto si ha più tempo per recuperare in caso di calo, mentre l’anziano ha la necessità di consolidare i guadagni ottenuti in passato privilegiando comparti con rischio basso. I contributi destinati a un fondo pensione non sono a rischio se fallisce il fondo stesso, in quanto sono patrimonio separato e custodito in una banca depositaria.
Chi versa contributi volontari ai fondi pensione può dedurre gli importi dal proprio imponibile fiscale, fino a un massimo di 5164,57 euro l’anno. La previdenza complementare è agevolata fiscalmente anche al momento della rendita, considerando che l’imposta del 15% scende al 9% su adesioni di lunga durata. La scelta della quota da versare e il comparto del fondo a cui destinarla dipende dalle esigenze di ogni singolo individuo, per cui è consigliabile farsi sempre aiutare da un consulente specializzato.