Se il finanziamento è trentennale, il gap è ancora più elevato visto che si spendono in più 25.882 euro. Sui mutui a tasso variabile, invece, è difficile fare calcoli precisi in quanto mancano dati fondamentali relativi alla dinamica dei tassi. Ad ogni modo, considerando il divario di partenza per tutto il periodo considerato, i debitori italiani pagherebbero 6.734 euro in più per i mutui a 20 anni e 11.092 euro per i mutui a 30 anni.
Le rilevazioni della Bce avvengono con cadenza mensile e i calcoli sono stati effettuati sui dati del primo semestre del 2012. I prestiti ipotecari in Italia, soprattutto quelli a tasso fisso, sono da sempre tra i meno convenienti in Europa. I motivi sono strutturali: scarsa efficienza delle banche nella raccolta, lunghezza delle procedure esecutive in caso di inadempienza del debitore, tassi fissi eccessivamente elevati.
Nell’ultimo anno l’aumento del divario con il resto d’Europa è dovuto soprattutto alle politiche di spread praticate dagli istituti di credito italiani. Nei fogli illustrativi dei mutui le banche inseriscono sempre anche le condizioni più vantaggiose, ma alla fine praticano sempre gli spread più elevati.