In altre parole, dunque, grazie a questa iniziativa, le categorie considerate economicamente svantaggiate potranno contare su una somma di denaro che verrà versata mensilmente su tale carta e che potrà essere utilizzata per la spesa quotidiana.
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La nuova versione della social card, introdotta dal governo Monti in via sperimentale nei Comuni con oltre 250.000 abitanti per uno stanziamento complessivo pari a 50 milioni di euro, prevede importanti novità rispetto alla precedente versione. Tra queste figurano: l’estensione della possibilità di richiedere tale strumento a sostegno del reddito anche da parte degli stranieri senza fissa dimora; la diversificazione dell’importo accreditato mensilmente non solo in base alla composizione del nucleo familiare ma anche in base al costo della vita nella città di residenza; la concessione oltre che di una somma di denaro anche di diverse tipologie di servizi; l’affidamento della gestione di tale carte ai Comuni; l’introduzione di diritti e doveri per i beneficiari, per cui se ad esempio si smette di cercare lavoro o non si accetta un lavoro offerto la carta viene revocata.
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Per quanto riguarda i requisiti reddituali, in particolare, per avere diritto alla carta acquisti è necessario avere un reddito Isee non superiore a 6.499,82 euro a prescindere dall’età; un reddito non superiore a 6.499,82 euro per i cittadini di età compresa tra i 65 e i 70 anni, elevato a 8.666,43 euro per coloro che hanno compiuto 70 anni; un patrimonio mobiliare, rilevato nella dichiarazione Isee, non superiore a 15.000 euro.
Per quanto riguarda l’importo mensile, secondo le prime indiscrezioni ogni ricarica bimestrale sarà compresa tra 110 e 274 euro per i Comuni del Nord Italia e tra 80 a 212 euro per quelli del Sud Italia.