La differenza, tra questo e il precedente, parrebbe essere sottile ma, come vedremo, non è così.
Se, infatti, nel primo caso si parlava, più o meno esplicitamente di azioni, oggi vedremo esempi di portafoglio che fanno della diversificazione degli investimenti il proprio punto di forza.
Come ormai avrete capito, se seguite da qualche tempo Senza Soldi, noi non ci stanchiamo mai di ripetere che un portafoglio è funzionante soltanto nel caso in cui possieda, al suo interno, gli strumenti finanziari più disparati.
Questa soluzione, sebbene sia decisamente sostanziosa (economicamente parlando), soprattutto nel caso in cui si decida di investire in liquidità con gli ETF o in commodities grazie ai fondi comuni, permette allo speculatore, se ha la pazienza di aspettare che le scadenza vengano raggiunte, di superare, meglio di altri, i momenti di difficoltà del mercato giacché la negativa performance del titolo azionario viene compensata dalle obbligazioni statali oppure gli etf, solitamente sorprendenti, non mettono a rischio il capitale poiché sostenuti da valute rifugio.
Detto questo cominciamo.
PORTAFOGLIO A RISCHIO ALTO PER UN LAVORATORE DIPENDENTE (TEMPO INDETERMINATO) CON STIPENDIO MENSILE PARI A 7.000 EURO
– obbligazioni: 60%
– azioni: 30%
– valute: 10%
PORTAFOGLIO A RISCHIO ALTO PER UN LAVORATORE AUTONOMO CON PARTITA IVA E REDDITO MENSILE PARI A 10.000 EURO
– obbligazioni: 48%
– azioni: 40%
– valute: 12%
PORTAFOGLIO A RISCHIO ALTO PER UN LAVORATORE AUTONOMO CON PARTITA IVA E REDDITO MENSILE PARI A 15.000 EURO
– azioni: 50%
– obbligazioni: 35%
– valute: 15%