Dove investire con l’inflazione ai minimi

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Ad aprile l’inflazione è crollata all’1,2% dall’1,6% di marzo, scendendo sui valori più bassi da febbraio 2010. Un anno fa era al 3,2%. Buone notizie per i risparmiatori, in quanto la flessione dei prezzi limita l’erosione del potere d’acquisto e rafforza i ritorni sugli investimenti. Da un punto di vista economico, però, aumentano le spinte deflazionistiche in grado di creare maggiori pressioni sugli utili societari, sull’occupazione e la sostenibilità del debito pubblico. Da un punto di vista finanziario, i risparmiatori possono beneficiare di rendimenti “reali” più elevati rispetto al passato.

Quali rischi per le famiglie italiane dal crollo dell’inflazione

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Secondo le recenti rilevazioni dell’Istat, il tasso di inflazione registrato in Italia nel mese di aprile si è attestato all’1,2% ai minimi da febbraio 2010. Il mese precedente era all’1,6%. Il crollo appare evidente soprattutto se si effettua un confronto con dodici mesi prima: l’inflazione era addirittura al 3,2%. Il ritmo di riduzione dell’indice dei prezzi al consumo è davvero preoccupante, sebbene in apparenza possa sembrare una buona notizia per gli italiani sia in ottica di gestione del risparmio sia per quanto riguarda la spesa per consumi.

Consumi degli italiani tornano ai livelli del 2000

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La spesa per consumi in Italia è in costante diminuzione, complice i minori redditi disponibili e la mancanza di lavoro. Il quadro negativo dei consumi in Italia emerge anche dalle ultime rilevazioni di Confcommercio, che a marzo scorso ha registrato una frenata dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 3,4% nel confronto con dodici mesi prima. Nel primo trimestre del 2013 il calo è stato particolarmente pronunciato: -4,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. In base a questi dati emerge che gli italiani spendono quanto 13 anni fa.

Investire in Btp a tasso fisso o indicizzati all’inflazione nel 2013?

Oggi il risparmiatore retail ha a disposizione tre tipologie di Btp per investire sui titoli di stato italiani a medio-lungo termine. Per capire bene come indirizzare la propria scelta, è necessario valutare con attenzione alcune variabili-chiave. Tra queste c’è senza dubbio lo spauracchio per antonomasia dei bond a tasso fisso, ovvero l’inflazione. Due di queste tre tipologie di Btp, ovvero il Btp inflation linked e il Btp Italia, hanno una parte del rendimento agganciato all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo europeo e italiano.