Investire 100.000 euro in immobili

Una terza soluzione per investire una cifra tanto importante, se decidessimo che un investimento in polizze vita o un più redditizio investimento in titoli di Stato non facciano al caso nostro, potrebbe essere quella di un sicuro, bensì decisamente poco redditizio, investimento in attività immobiliari.

Non è detto, infatti, che un investimenti sia remunerativo soltanto in meri termini economici e, come abbiamo avuto modo di scoprire su Senza Soldi, anche la pura e semplice conservazione del capitale, ove ciò sia richiesto dalle nostre esigenze, può rivelarsi quale una strategia decisamente vincente.

Ciò è vero, in particolar modo, per il mondo delle attività immobiliari future.

Non investire in base all’età

Esiste un paradigma, ben consolidato nel mondo della finanza e degli investimenti, che recita “your portfolio should match your age”.
Tradotto, tecnicamente, starebbe a significare che il portafoglio di un qualsiasi azionista dovrebbe, sempre, combaciare con la sua età.

Tradotto, invece, letterariamente, starebbe ad indicare come un giovane, essendo appunto tale, dovrebbe rischiare molto più di un pensionato poiché, nel caso in cui non abbia azzeccato la mossa vincente, avrebbe ancora tutta la vita per cercare e sottoscrivere l’investimento di successo.

L’IMPORTANZA DEI PAESI EMERGENTI

Denominare in euro le attività in portafoglio

Se possiamo, solitamente, considerare vero l’assioma che scegliere tra diversificazione e protezione del paniere non è sempre facile ed immediato o scontato, possiamo anche considerare vero l’assioma che, una volta che si sia scelto di diversificare dovremmo inserire nel nostro portafoglio davvero di tutto.

Potremmo, così, ritrovarci con azioni, titoli di Stato, obbligazioni societarie, depositi, oro e chi più ne ha più ne metta.

Scegliere tra diversificazione e protezione del paniere

Mark Twain affermò, nel romanzo breve Pudd’nhead Wilson, come fosse meglio mettere le uova in un solo paniere e difenderlo, strenuamente, giorno e notte.

Se, così per sfizio, decidessimo di applicare questo “proverbio” al mondo della finanza scopriremmo come sia teoricamente corretto ma praticamente inapplicabile sebbene, nel corso della recente crisi finanziaria nessuna regola abbia minimamente tenuto.

Preferire i fondi gestiti alla previdenza fai-da-te

La manovra finanziaria 2011, più che la bocciata riforma fiscale o l’imprecisa riforma previdenziale, hanno fatto si che il mondo degli investimenti cambiasse e anche molto notevolmente.

I cambiamenti principali, che qui riassumiamo, riguardano l’imposta di bollo sui depositi titoli, il mantenimento dell’aliquota secca al 12,5% in favore dei titoli di Stato italiani nonché di quelli emessi dai principali paradisi fiscali, l’aumento dell’aliquota sulle obbligazioni private o simili.

L’economia reale continua a crescere

Analizzando dal punto di vista economico-finanziario gli ultimi 3 anni (ovverosia quelli che hanno fatto seguito al crack Lehman e al grande crollo delle Borse del 2008) ci si potrebbe, legittimamente, chiedere se la situazione sia realmente così tragica come i giornali, la carta stampata, i quotidiani televisivi ed online lascerebbero intendere.

La risposta, però, potrebbe lasciare moltissimi di stucco poiché, molto brevemente, si potrebbe affermare come quanto di quello declamato a gran voce sino ad oggi non sia per niente vero.

INVESTIMENTI AZIONARI CONVENIENTI SOLO NEL LUNGO PERIODO