Investire in Btp a tasso fisso o indicizzati all’inflazione nel 2013?

Oggi il risparmiatore retail ha a disposizione tre tipologie di Btp per investire sui titoli di stato italiani a medio-lungo termine. Per capire bene come indirizzare la propria scelta, è necessario valutare con attenzione alcune variabili-chiave. Tra queste c’è senza dubbio lo spauracchio per antonomasia dei bond a tasso fisso, ovvero l’inflazione. Due di queste tre tipologie di Btp, ovvero il Btp inflation linked e il Btp Italia, hanno una parte del rendimento agganciato all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo europeo e italiano.

Su quali Btp investire a fine 2012 con la discesa dell’inflazione

A ottobre la stima flash sull’inflazione in Italia ha evidenziato, un po’ a sorpresa, una diminuzione del costo della vita al 2,6% su base annua dal 3,2% del mese precedente. Teoricamente ora per gli italiani è più facile proteggersi dallo spauracchio del carovita, anche se per un po’ di tempo ancora le pressioni inflattive non dovrebbero diminuire. Salvaguardare il proprio capitale con l’investimento nei titoli di stato a medio-lungo termine è ora più semplice.

Come difendere i risparmi dall’inflazione con bond indicizzati

Oggi difendere il proprio capitale dall’erosione del potere d’acquisto dovuto all’aumento dell’inflazione è una necessità sempre più sentita dai risparmiatori italiani, alle prese con un tasso di inflazione che viaggia ormai da qualche mese sopra il 3% oltre gli standard europei. Esistono diversi strumenti con rischio molto contenuto in grado di aiutare i risparmiatori nel raggiungimento di questo obiettivo. Si va dal nuovissimo Btp Italia, giunto a ottobre alla sua terza emissione, ai Btp inflation linked italiani fino ad alcune emissioni francesi e tedesche con rendimenti decisamente avari.