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Qual è, dunque, la migliore strategia da adottare, nel 2011, per investire senza rischi sfruttando la volatilità dei mercati nonché questo deciso rialzo dei tassi di riferimento?
La risposta è molto semplice.
Qual è, dunque, la migliore strategia da adottare, nel 2011, per investire senza rischi sfruttando la volatilità dei mercati nonché questo deciso rialzo dei tassi di riferimento?
La risposta è molto semplice.
Secondo gli esperti economisti dell’importante banca d’investimento BNP Paribas, una delle 6 realtà più solide del panorama internazionale, il settore del lusso più di altri, quali quello delle obbligazioni a basso rischio o delle società senza debiti, dovrebbe essere quello più vantaggioso.
Non preoccupano nemmeno le più tragiche delle previsioni, poiché il consensus, relativamente al biennio 2011-2012, prevede un cospicuo rallentamento sul finire dell’anno prossimo, che potrebbe concretizzarsi sino a toccare quota -7%, riducendo i rendimenti al 10% (percentuale, comunque, davvero molto considerevole).
Oggigiorno, in Europa così come negli Stati Uniti, la liquidità delle aziende più importanti, grandi e rinomate, e tornata ad essere un valore aggiunto che, invece, per molto tempo è stato accantonato.
Il mercato, sebbene non si sia ancora scordato di quanto sia eccitante e, solitamente, vantaggioso, cercare l’investimento azzardato, la scommessa rischiosa, il brivido dell’azzardo, sta ricominciando ad osservare, con attenzione, le aziende che non presentano debiti.
Sebbene, infatti, codesta scelta non dia la possibilità di incrementare i propri introiti, da la certezza, indispensabile, della conservazione e della rivalutazione, sul lunghissimo periodo, del capitale di rischio.
Alcuni investimenti in beni rifugio, purtroppo, non sono alla portata di tutti. Basti pensare, per esempio, al mercato dell’arte.
Commissioni, tasse, inflazione, costo della vita, costo del denaro, rischio cambio, volatilità. Tutte elementi di difficile valutazione e che, a conti fatti, potrebbero aver fatto vaporizzare i nostri introiti. Ma sarà davvero così?
Le direttive europee sull’argomento, infatti, hanno non soltanto uniformato e regolamentato questo innovativo strumento finanziario, bensì lo hanno anche liberato da molti vincoli garantendo ai fondisti opportunità impossibili sino a poco tempo fa.
L’opportunità che ci viene così offerta è di quelle da prendere al volo. Basti pensare che, soltanto nel 2010, i fondi comuni azionari hanno registrato un aumento del 18% mentre quelli obbligazionari del 10.