Mutui, investimenti e BCE

A luglio, precisamente il giorno 7 del mese, la BCE decideva, pressata più dai convenzionali discorsi su ripresa economica ed inflazione che dai reali problemi finanziari europei, quali la crisi da debito sovrano, di aumentare il costo del denaro sino a raggiungere quota 1,5%, con una stretta del 25% pari a quella verificatasi ad aprile dello stesso.

A noi, di tutto questo, poco importa, se non fosse che, tali decisioni, potrebbero grandemente influire sulla nostra vita di risparmiatori, mutuatari, speculatori.

Liquidità al massimo grazie ai conti deposito

La liquidità, che in passato è stata decisamente snobbata, sia dai fondi di investimento che dai consulenti, dagli advisor, dai giornali specialistici e simili, a favore di strumenti finanziari più aggressivi e che potessero far girare velocemente il denaro e, dunque, l’economia, sta tornando rapidissimamente di moda e, oltre agli ormai tradizionali istituti di credito online, spesso nient’altro che l’espressione virtuale di banche fisiche vere e proprie, anche dalle più classiche realtà che, mai e poi mai, si sarebbe pensato avrebbero potuto rispolverare strumenti, decisamente cauti, quali libretti di risparmio e conti deposito, vincolati o no.

Pro e contro degli investimenti a rate

In periodi di forte incertezza, come quello che ci stiamo ritrovando a vivere in questi mesi, non sarebbe affatto una cattiva idea quella di prendere in considerazione l’ipotesi di un investimento a rate, altrimenti detto PAC.

Ciò, infatti, grazie all’impegno costante del risparmiatore, consentirà di sfruttare, nella maniera più proficua, eventuali rimbalzi e corse al rialzo della borsa e di attenuare gli effetti negativi dei periodi ribassisti consentendo, inoltre, l’integra conservazione del capitale investito.

Non investire in base all’età

Esiste un paradigma, ben consolidato nel mondo della finanza e degli investimenti, che recita “your portfolio should match your age”.
Tradotto, tecnicamente, starebbe a significare che il portafoglio di un qualsiasi azionista dovrebbe, sempre, combaciare con la sua età.

Tradotto, invece, letterariamente, starebbe ad indicare come un giovane, essendo appunto tale, dovrebbe rischiare molto più di un pensionato poiché, nel caso in cui non abbia azzeccato la mossa vincente, avrebbe ancora tutta la vita per cercare e sottoscrivere l’investimento di successo.

L’IMPORTANZA DEI PAESI EMERGENTI

Denominare in euro le attività in portafoglio

Se possiamo, solitamente, considerare vero l’assioma che scegliere tra diversificazione e protezione del paniere non è sempre facile ed immediato o scontato, possiamo anche considerare vero l’assioma che, una volta che si sia scelto di diversificare dovremmo inserire nel nostro portafoglio davvero di tutto.

Potremmo, così, ritrovarci con azioni, titoli di Stato, obbligazioni societarie, depositi, oro e chi più ne ha più ne metta.

Scegliere tra diversificazione e protezione del paniere

Mark Twain affermò, nel romanzo breve Pudd’nhead Wilson, come fosse meglio mettere le uova in un solo paniere e difenderlo, strenuamente, giorno e notte.

Se, così per sfizio, decidessimo di applicare questo “proverbio” al mondo della finanza scopriremmo come sia teoricamente corretto ma praticamente inapplicabile sebbene, nel corso della recente crisi finanziaria nessuna regola abbia minimamente tenuto.

Preferire i fondi gestiti alla previdenza fai-da-te

La manovra finanziaria 2011, più che la bocciata riforma fiscale o l’imprecisa riforma previdenziale, hanno fatto si che il mondo degli investimenti cambiasse e anche molto notevolmente.

I cambiamenti principali, che qui riassumiamo, riguardano l’imposta di bollo sui depositi titoli, il mantenimento dell’aliquota secca al 12,5% in favore dei titoli di Stato italiani nonché di quelli emessi dai principali paradisi fiscali, l’aumento dell’aliquota sulle obbligazioni private o simili.