Gli italiani sono da sempre visti come una popolazione frugale, molto attenta a risparmiare denaro per affrontare con maggiore serenità i periodi più bui del ciclo economico. Quello attuale è senza dubbio uno scenario molto difficile per le famiglie italiane: la recessione brucia ricchezza e i redditi personali sono in calo. Anche la propensione al risparmio è stata intaccata pericolosamente, tanto che le ultime indagini indicano un continuo deconsolidamento degli stock per far fronte alla diminuzione del reddito disponibile.
Inoltre, sembra che sempre più italiani sono costretti a utilizzare risorse del welfare familiare per far fronte alla riduzione di quelle del welfare pubblico. Insomma, c’è sempre meno denaro in circolazione e ciò si riflette inevitabilmente nelle scelte di investimento dei risparmiatori. L’ultima ricerca condotta da Acri-Ipsos evidenzia nel 2012 una maggiore propensione verso gli strumenti di liquidità o comunque quelli più facilmente smobilizzabili in caso di necessità.
Sono aumentati i possessori di azioni (all’8% dal 6%), di bond e certificati di deposito (al 10% dall’8%) e di titoli di stato (al 9% dal 5%). Inoltre, sempre più persone ritengono che quello attuale sia il momento giusto per investire (quota salita al 29% dal 25%). Grandi cambiamenti poi sono giunti dall’investimento sul mattone. Nel 2006 il 70% degli italiani lo considerava l’investimento migliore, ma nel 2010 la quota era già scesa al 54% per poi passare al 45% nel 2011 e al 35% di quest’anno.
Attualmente la preferenze verso il mattone è ai minimi dal 2001. Secondo gli esperti del settore incide molto il fattore-tassazione, che con l’avvento dell’Imu ha aumentato molto le spese di gestione e/o possesso. Infine, la ricchezza netta, cresciuta fino al 2007 a 8.925 miliardi, è in calo da tre anni fino a toccare quota 8.638 miliardi di euro. Secondo Bankitalia un terzo della ricchezza netta deriva da eredità e donazioni.