Il merito di credito di molti paesi di economie “mature”, fino a qualche anno fa ritenuti altamente affidabili e a prova di default, è stato oggi messo in discussione. Parliamo ad esempio di paesi come la Spagna o l’Italia, che oggi offrono rendimenti sulla scadenza decennale superiori al 6%. Il rischio di insolvenza per uno stato sovrano nasce quando le finanze pubbliche sono fuori controllo oppure se c’è una gravissima crisi politica interna.
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Oggi il vero problema è rappresentato dal debito pubblico eccessivamente elevato per alcuni paesi (Italia su tutti), dal deficit di bilancio o dalla crisi del settore bancario (come accaduto in Spagna). Alla luce di queste considerazioni, è conveniente oggi acquistare titoli di stato italiani? La risposta non può essere né affermativa né negativa, in quanto bisogna sempre considerare singolarmente la posizione di ogni investitore (forza patrimoniale, tolleranza al rischio, età, professione, reddito, etc.).
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Di certo oggi i rendimenti offerti anche sulle scadenze più brevi sono accattivanti, tanto che nell’ultima asta dei BOT il tasso a 12 mesi ha sfiorato il 4%. Senza alcuna ombra di dubbio può essere interessante avere in portfolio i titoli di stato italiani (BOT, CTZ, BTP Italia e qualche BTP a 5 e 10 anni), ma bisogna calibrare bene l’equilibrio del proprio portfolio mantenendo una minore esposizione sull’azionario e aumentando la quota di liquidità.