La maggior parte di questi farmaci appartiene alle quattro categorie di medicinali tassativamente soggetti a ricetta medica, tra cui stupefacenti e iniettabili. Si arriva così alla fase finale delle liberalizzazioni, ampliando il portfolio farmaci vendibili senza ricetta medica come già previsto dal decreto Bersani 2006. Nelle parafarmacie e nei centri commerciali si potranno acquistare diverse tipologie di farmaci, in precedenza solamente appannaggio delle farmacie.
Si tratta di antinfiammatori, colliri antiallergici, antivirali a base di aciclovir (Zovirax), antimicotici locali a base di ciclopirox (Bruximol), antimicotici vaginali a base di econazolo, medicinali per la circolazione a base di diosmina e così via. Per quanto riguarda, invece, gli anticoncezionali e gli antidepressivi, resta in vigore la prescrizione medica obbligatoria.
Il decreto sulla liberalizzazione dei farmaci non è piaciuta alla federazione nazionale unitaria titolari di farmacie (Federfarma) e più in generale a tutte le associazioni di rappresentanza, che hanno già minacciato scioperi e manifestazioni. Alla fine si è deciso che nel giro di 4 mesi, l’Aifa dovrà individuare quei farmaci di classe C vendibili nelle parafarmacie e nella Gdo.