Ne abbiamo analizzato, sino ad ora, gli aspetti politici, finanziari, i risvolti economici nonché quelli sociali, comunitari.
► PREFERIRE I FONDI GESTITI ALLA PREVIDENZA FAI-DA-TE
Su questo blog, in particolare, ci siamo soffermati sulla possibilità di lasciare il nostro TFR in azienda oppure, come sempre più lavoratori stanno facendo, di conferirlo a qualche fondo pensione che lo amministri con saggezza, pazienza e affinché lo faccia fruttare nel migliore dei modi.
Un’altra soluzione possibile, sebbene sul lungo periodo non altrettanto redditizia, potrebbe essere quella di costruirsi, con attenzione, una pensione integrativa fai-da-te.
► SCEGLIERE TRA TFR E FONDI PENSIONE
Così facendo avremmo infatti a disposizione una miriade di possibilità che, sebbene meno monetizzanti, sono da considerarsi convenienti poiché settate, con assoluta precisione, sulle nostre necessità e le nostre possibilità di diversificazione, di spesa, di controllo del portafoglio e quant’altro.
In quest’ottica, dunque, sarebbe bene avere un’occhio di riguardo per i titoli di Stato italiani, in particolare per i BTP trentennali in scadenza il 1° settembre 2040.
Il rendimento della suddetta strategia di investimento, per chi non pretendesse troppo, potrebbe infatti rivelarsi quale uno dei più alti possibili, in linea con quelli offerti dai più comuni fondi pensione, e pari al 5,59% netto.
► GLI IMMIGRATI PAGHERANNO LE PENSIONI
Inoltre, grazie alla tassazione che, nonostante i provvedimenti della manovra finanziaria, è rimasta ferma al 12,5% e alla caduta dei prezzi di mercato dei titoli all’81,5%, comprare 100.000 euro di BTP equivarrebbe ad un investimento iniziale, compreso il rateo d’interesse, di circa 82.000 euro e alla possibilità di incassare cedole semestrali pari a 4.375 euro.
1 commento su “Investire 100.000 euro in titoli di Stato”