Quello delle pensioni è un tema molto “caldo” e finito subito sotto la lente del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta. In un periodo in cui non si fa altro che parlare di disoccupazione, cassa integrazione e di esodati, il governo italiano prova a intervenire per dare più flessibilità alle pensioni. La riforma Fornero potrebbe così essere ammorbidita, lasciando al lavoratore la possibilità di ritirarsi a 62 anni, con nuove penalizzazioni ma soprattutto attraverso il meccanismo della “staffetta generazionale”.
In attesa di capire le prossime mosse del governo, forse è meglio andare a rivedere l’ultima riforma Monti-Fornero in tema di pensioni. Ecco cosa bisogna sapere per non essere impreparati su questo argomento così importante. Quest’anno ha debuttato il meccanismo che lega i requisiti anagrafici alle statistiche sulle speranze di vita e sono stati ridotti i coefficienti per il calcolo contributivo. Dal 1° gennaio 2012 è a regime il sistema contributivo.
► COME RISCATTARE IL FONDO PENSIONE
Dal 2012 l’età di pensionamento delle donne è aumentata a 62 anni per le dipendenti del privato e a 63,5 anni per le donne autonome: ora siamo già rispettivamente a 62 anni e tre mesi e a 63 anni e nove mesi. Il limite di età per la vecchiata degli uomini è stato portato a 66 anni (dal 2013 è salito a 63 anni e tre mesi). La vecchia pensione di anzianità è stata eliminata.
► COME PAGARE MENO TASSE GRAZIE ALLA PREVIDENZA INTEGRATIVA
Si può accedere anticipatamente alla pensione ma con 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne, requisiti indicizzati alla longevità. Infine, l’adeguamento Istat (3%): anche nel 2013 il recupero dell’inflazione è stato riconosciuto solo a chi ha un assegno non superiore a tre volte il trattamento minimo di 1.440 euro. Oltre questa soglia le pensioni sono rimaste invariate.